Marco Alloni
Marco Alloni studia a Urbino, dove si laurea in Lettere Moderne nel 1994 con una tesi su “Paolo Volponi e gli esiti narrativi della questione industriale”. Durante l’università fonda e dirige la rivista semestrale “Profili letterari”, dedicata agli autori europei contemporanei, e pubblica il suo primo romanzo, a 22 anni, dal titolo La luna nella Senna (Casagrande, 1990 – Premio Grinzane Cavour Esordiente). Nel 2005 scrive Lettere sull’ambizione (Liberilibri, 2005), ispirato all’opera di James Hillman, continua nella riflessione critica sulla rivolta egiziana Ho vissuto la rivoluzione. Diario dal Cairo (Aliberti, 2011) e successivamente Shaitan (Imprimatur, 2013), il primo titolo della Trilogia di Dio e del suo contrario, che si compone anche di Aqui estamos e Il libraio di Addis Abeba, di prossima pubblicazione. Del 2008 è Il viandante della filosofia (Aliberti), con Umberto Galimberti e del 2012 Vivere l’architettura (Casagrande) con Mario Botta. Per Aliberti Editore ha curato la collana di libri-intervista Dialoghi – dal 2007 al 2013 – trattando il tema della questione morale. Fra i suoi interlocutori figurano Antonio Tabucchi, Marco Travaglio, Giulio Giorello, Umberto Galimberti, Furio Colombo, Gian Carlo Caselli, Amos Luzzatto, Corrado Augias, Claudio Magris e altri. Nell’estate 2013 esce l’e-book Egitto o morte. Il golpe che non era un golpe e la coscienza sporca dell’Occidente (Aliberti, 2013) in cui critica la sistematica manipolazione della realtà ad opera dei mass media. È inoltre tra i promotori, in Egitto, del “Cairo Mediterranean Literary Festival” e del laboratorio di traduzione dall’italiano all’arabo “Oltremare” (Baad E-Bahr), dal quale è nata la serie antologica in quattro volumi Baad El-Bahr, raccolta di racconti delle maggiori scrittrici e dei maggiori scrittori italiani viventi.
Sposato con una giornalista egiziana del Canale Tahir Tv, ha due figli, Karim e Dylan, e si professa “musulmano ateo”. Ateo per vocazione e musulmano per necessità. Risiede al Cairo. Lavora come corrispondente per la Radio Televisione Svizzera Italiana e collabora con diverse testate locali e internazionali, tra le quali la rivista di filosofia e politica «MicroMega», il sito culturale Nazione Indiana, «Il Fatto Quotidiano», «Il Corriere del Ticino» e «Akhbar El-Adab».
L’Agenzia Letteraria Edelweiss ha in rappresentanza alcuni testi
di Marco Alloni per l’Italia e per l’estero
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Gli inediti di Marco Alloni
Il libraio di Addis Abeba
Un bibliotecario svizzero-italiano intorno ai 45 anni, Alberto Franceschini, organizza una conferenza alla Biblioteca Cantonale di Lugano intitolata Il labirinto della memoria. In quell’occasione incontra il professore armeno Arek Marianus che lo esorta a raggiungere un suo conoscente, il padre comboniano Boutrous, in un convento di Alessandria d’Egitto, per riconoscere come “le radici possano sempre essere inventate”. Una suggestione che tocca nel vivo l’animo borgesiano del nostro. Dopo l’incontro con padre Boutrous il viaggio prosegue quindi verso sud, dapprima verso Luxor, dove il protagonista incontra l’archeologo Amiranius, e poi verso Khartum, dove farà la conoscenza di un altro archeologo, Eronio. A motivare Alberto a inoltrarsi verso sud non è però solo la suggestione delle teorie di Marianus, ma una scoperta unica nel suo genere: la scoperta di una divinità africana, di nome Samessa, che sarebbe alla base dell’intera storia faraonica ma che nessuno degli antichi egizi (si intende i sudditi) – né tantomeno dei moderni archeologi – avrebbe mai riconosciuto. Il bibliotecario si spingerà dunque verso sud per scoprire dapprima le verità documentali su tale divinità e poi per osservare dal vivo, ad Addis Abeba, l’unica statua esistente della stessa. In questo itinerario si imbatterà in una singolare setta e in una ragazzina attraverso la quale sentirà riaffiorare il suo Io più profondo. Maturerà inoltre in lui una progressiva convinzione: che la finzione esercita su di noi un potere infinitamente maggiore di quanto sospettiamo. Ne avrà conferma alla fine del suo viaggio, quando ad Addis Abeba scoprirà che la famosa divinità Samessa esiste soprattutto – o forse soltanto – come ipotesi. E nondimeno, nel lungo itinerario che l’ha condotto ad essa, è stata in grado di mutarlo profondamente. Il romanzo, di circa 160 pagine, è diviso in quattro capitoli in corrispondenza di ogni tappa del viaggio: Alessandria d’Egitto, Luxor, Khartum e Addis Abeba. Alla narrazione in prima persona di Alberto si alternano capitoletti in corsivo del critico letterario Sergio, che fanno da controcanto alla vicenda, anticipando e accompagnando le perplessità e gli interrogativi del lettore.
- Genere: Romanzo
- Cartelle: 150
Maledetta gelosia
Il saggio Maledetta gelosia è scritto con linguaggio rigorosamente saggistico senza concessioni alla forma narrativa se non nelle parti aneddotiche. I 21 capitoli di cui è composto corrispondono ad altrettanti interrogativi a cui il libro cerca di dare risposta. Sono i seguenti: I. La gelosia è una malattia? II. La gelosia è una malattia dell’insicurezza? III. La gelosia è sintomo di possessività? IV. La gelosia è un atteggiamento premoderno? V. Serve la gelosia a proteggere dalle minacce? VI. È davvero unita una coppia in cui esiste gelosia? VII. Si può educare il geloso a diventare moderno? VII. E se il geloso si nutrisse di prove? VIII. Il geloso è dunque fondamentalmente aggressivo? IX. E se l’altro desiderasse davvero? X. Cosa determina la mancanza di fiducia nel partner? XI. Il geloso è dunque colpevole? XII. Quando un partner può dirsi adultero? XIII. Esiste una reciprocità della gelosia? XIV. Si può perdonare l’adulterio? XV. Esiste una gelosia preventiva? XVI. Si accetta la gelosia in nome della famiglia? XVII. Esiste dunque una gelosia senile? XVIII. Esiste viceversa una gelosia che si attenua negli anni? XIX. Che cos’è una coppia non gelosa? XX. Siamo sicuri che la filosofia sia sufficiente? XXI. E se la gelosia fosse solo letteratura? L’intento del libro è eminentemente quello di uscire dalle strettoie della psicologia e dell’analisi “edipica” sulla gelosia per concentrarsi su quello che, heideggerianamente, è il nostro rapporto con il mondo. Tutte le maggiori opere sulla gelosia sono così prese direttamente e indirettamente in considerazione per essere “rilette” in una chiava strettamente filosofico-morale. Probabilmente è un’opera in grado di risolvere molti conflitti relazionali procurati dalla gelosia.
- Genere: Saggistica
- Cartelle: 180
La vita e il suo doppio
Il romanzo prende avvio in un grande teatro di Roma a ridosso dell’anno 2000. La compagnia degli “antonini” vi rappresenta una libera interpretazione di Zorba il Greco di Kazantzakis. Durante una delle ultime scene dello spettacolo alcuni braceri che i commedianti hanno collocato per la sala provocano, loro malgrado, un incendio che richiama pompieri e forze dell’ordine e costringe gli attori e il regista alla fuga. Ha così inizio una lunga peregrinazione che porterà questo gruppo di avanguardisti – ispirati all’opera di Antonin Artaud e allo “spirito di Zorba” – a spostarsi da un rifugio all’altro seguiti dal mandato di cattura per l’accusa di incendio doloso. Raggiungeranno prima la Sardegna, grazie all’aiuto di un funzionario portuale, poi la Corsica, dopo essersi aggregati a un gruppo di banditi sardi, e infine la Spagna. Sia in Corsica che in Spagna metteranno il loro ideale – una vita all’insegna dell’assoluto presente ovvero della perpetua erranza – al servizio della causa indipendentista còrsa e poi basca. Dopo aver fondato una sorta di comune sul litorale spagnolo si daranno poi di nuovo alla fuga, questa volta verso il Portogallo e il Marocco. Il gruppo, allargatosi nel frattempo a centinaia di membri provenienti da ogni parte d’Europa, vivrà per un periodo nell’Alto Atlas e infine si frantumerà. Una parte resterà in Marocco e un’altra, di irriducibili, procederà per il sud del paese, dove si inoltrerà nel deserto attraversando una serie di vicissitudini prima di riparare in Algeria, ad Orano, e dividersi infine per l’ultima volta ciascuno verso una diversa destinazione. Questa lunga fuga è in realtà – nell’intento filosofico del libro – una fuga dall’Europa e dalla sua perdita del futuro per la conquista di quell’assoluto presente che è cifra e significato del nostro spaesamento di occidentali. La vicenda è narrata da uno dei protagonisti detto l’Eremita e, in terza persona, dall’Io narrante. Per significare questo sfaldamento del tempo in un presente sempre in divenire i capitoli alternano anticipazioni del futuro e rievocazioni del passato. All’inizio di ogni nuovo capitolo è inserita una breve scheda biografica del personaggio principale che vi apparirà. Il romanzo allude nel titolo al Teatro e il suo doppio di Antonin Artaud.
- Genere: Romanzo
- Cartelle: 200
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