La mina tedesca. Il vero romanzo di Giaime Pintor

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Sinossi

La mina tedesca. Il vero romanzo di Giaime Pintor racconta gli ultimi, romanzeschi 80 giorni di vita di Giaime Pintor, il noto scrittore, poeta e traduttore ucciso da una mina tedesca nel dicembre del ’43, a 24 anni, mentre cercava di attraversare le linee per contribuire alla formazione dei primi gruppi partigiani. La sua figura unisce in sé pensiero e azione, talento artistico e rigore morale, e rappresenta uno dei migliori esempi di “uomo di penna” disposto a dare la vita per il suo paese.
La narrazione prende avvio dalle drammatiche giornate successive all’armistizio dell’8 settembre e prosegue mettendo a fuoco i tre momenti in cui si articola a quel punto l’esistenza di Pintor. Il primo momento vede la sua partecipazione alla difesa di Roma dall’attacco tedesco e la sua decisione di continuare a combattere anche dopo la resa delle forze italiane. Partirà perciò per Brindisi, nella speranza che il re e il suo primo ministro Pietro Badoglio, rifugiatisi nella città pugliese occupata dagli angloamericani, si affrettino a organizzare in funzione antitedesca quel che resta dell’esercito italiano.
Il secondo momento copre le esperienze e gli incontri vissuti da Pintor nel corso della sua traversata dell’Italia centromeridionale, teatro della guerra tra l’esercito tedesco e l’esercito alleato che sta risalendo la penisola. Il terzo momento abbraccia la sua breve permanenza a Brindisi, il suo rifiuto della politica attendista del re e di Badoglio, la sua fuga a Napoli per partecipare alla creazione di un corpo di volontari, il fallimento di questo progetto e la sua partenza – alla testa di un commando inquadrato nell’esercito inglese – per la missione in cui troverà la morte.
Nel sottotitolo, il romanzo viene definito “vero” perché costruito, oltre che con episodi e personaggi immaginari, sulla base di elementi certi e documentati della vita del protagonista nei giorni compresi tra il 10 settembre e il 1° dicembre 1943. In quanto nipote di Pintor, chi scrive ha potuto utilizzare fra l’altro notizie di prima mano fornitegli dai suoi famigliari.

Genere: Romanzo storico
Pagine: 228
Editore: Tra le Righe Libri
Anno: 2015
Prezzo: 15,00 euro
Dalla quarta: Giaime… potrebbe essere un personaggio da romanzo,
una creazione letteraria, andrebbe interpretato in chiave poetica
(Luigi Pintor)

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La pianista di Van Gogh

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Sinossi

A Auvers-sur-Oise, trenta chilometri a nord ovest di Parigi, si consuma nell’estate del 1890 l’ultimo atto della tragica vita di Vincent Van Gogh. Qui, infatti, la sera di domenica 27 luglio, non sentendosi abbastanza amato, colui che diventerà in seguito uno dei pittori più amati di tutti i tempi si ferirà mortalmente con un colpo di revolver che meno di due giorni dopo lo condurrà alla tomba. Nei due mesi precedenti, Van Gogh, che è arrivato a Auvers il 20 maggio dopo aver trascorso un anno nell’ospedale psichiatrico di Saint-Paul-de-Mausole, in Provenza, frequenta assiduamente il dottor Gachet, alle cui cure è stato affidato da suo fratello Theo. E nella casa di Gachet egli dipinge diverse tele, tra cui i due celeberrimi ritratti dello stesso dottore, incontrandovi ripetutamente anche i giovani della famiglia, la ventunenne Margherita e il diciassettenne Paul. Dopo la morte del pittore, e col crescere della sua fama, il dottor Gachet e suo figlio Paul parleranno e scriveranno ampiamente di lui e del suo soggiorno a Auvers. Margherita, invece, nonostante che Van Gogh faccia anche a lei ben due ritratti, non dirà né scriverà mai una sola parola sull’argomento. Si nasconde forse qualcosa, dietro questo silenzio così in contrasto con la loquacità dei due maschi della famiglia Gachet? Quali potrebbero essere stati, in ogni caso, le sensazioni e i pensieri suscitati nella giovane pianista dalla figura, il comportamento e l’opera di un personaggio decisamente fuori del comune come Van Gogh? Che cosa potrebbe ella avere capito o intuito, in particolare, riguardo alle ragioni del suo suicidio?
La pianista di Van Gogh risponde a queste domande immaginando che Margherita abbia tenuto, dei giorni trascorsi dal pittore a Auvers, un minuzioso, illuminante diario. Arrivando così a offrirci una testimonianza unica, tanto vivace quanto ravvicinata, della fase conclusiva della vita del grande pittore olandese.

Genere: Romanzo storico
Pagine: 240
Editore: Rogas Edizioni
Anno: 2015
Prezzo: 14,50 euro

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Carlo Ferucci

Nato a Roma nel 1947, dal 1983 al 2009 ha insegnato Storia dell’Estetica nell’Università degli studi di Roma Tor Vergata.
I temi ai quali ha dedicato la maggior parte delle sue ricerche e pubblicazioni sono stati: il pensiero poetante di Giacomo Leopardi, la psicoanalisi dell’arte, le poetiche del ’900, l’estetica della pensatrice spagnola Maria Zambrano e la filosofia del teatro.
Di Maria Zambrano, figura di spicco del pensiero del ’900, ha anche tradotto in italiano alcune opere.
Dal 1992 al 1996, ha interrotto il suo lavoro di docente per svolgere funzioni di addetto culturale presso il Consolato Generale d’Italia a Barcellona.
Oltre a diversi volumi e numerosi articoli attinenti il suo campo di studi e di insegnamento, ha pubblicato cinque raccolte di poesie e cinque testi teatrali, quattro dei quali andati in scena. Questa pratica dell’arte della parola, che lo ha anche portato a fondare e dirigere un laboratorio teatrale all’Università e a dedicarsi alla traduzione di testi poetici, è stata parte integrante del suo lavoro di ricerca e di insegnamento.
  • Il senso del teatro, Bagatto, 2009
  • Un’estetica radicale: Leopardi, Lithos, 1999
  • Estetiche dell’esistenza, Lithos, 1998
  • Di libertà l’amore (teatro, con prefazione di Mario Luzi), Liberilibri, 1997
  • Le ragioni dell’altro. Arte e filosofia in Maria Zambrano, Edizioni Dedalo, 1995
  • Leopardi e il pensiero moderno (curatela), Feltrinelli, 1989
  • Leopardi filosofo e le ragioni della poesia, Marsilio, 1987
  • La letteratura dell’utopia, Mursia, 1984
  • L’iniziazione poetica. Poesia e psicoanalisi, Bulzoni, 1980

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tutti i testi di Carlo Ferrucci per l’Italia e per l’estero

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